lunedì 21 aprile 2008

Sommergibile CB

I Caproni CB erano sommergibili progettati dalla Caproni e costruiti a partire dal 1940 soprattutto allo scopo di difesa dei porti e di lotta anti-sommergibile. Ne furono costruiti 22 esemplari che ben si comportarono durante la seconda guerra mondiale operando sia in basi nazionali che nelle basi sul Mar Nero; proprio quelli di stanza in quest'ultima base il 30 agosto 1944 furono requisiti dall' URSS nella cui marina rimasero in servizio fino al 1955. Nel nord Italia intanto l'RSI conferma l'ordine di 50 Caproni CB da utilizzare nell' alto Adriatico. La produzione industriale riusci a fornire solo dieci battelli. Le perdite di questi mezzi fu elevata soprattutto per l'uso improprio del mezzo, nato per operazioni di commando in ambito costiero, si trovò ad operare come vero e proprio sommergibile. Una delle unità alla fine del conflitto viene requisita nel porto di Pola dall'esercito jugoslavo e incluso nella propria marina con il nome di P901 Malisan. Questo battello verrà radiato nel 1950 ed è attualmente conservato presso il Museo delle Scienze e delle Tecniche di Zagabria. Il Caproni CB22 fu catturato dagli alleati a Trieste alla fine del conflitto, per qualche anno rimase abbandonato sulla banchina del porto, finché nel 1950 fu trasferito nel Museo della Guerra di Trieste, dove è tuttora esposto.



Il mio modello che qui sopra potete visionare è stato donato ed esposto al Museo della guerra di Cargnacco (UD).

Il MAS

Il Motoscafo armato silurante o Motoscafo anti sommergibile, più conosciuto con l'acronimo MAS (originariamente derivante da Motobarca Armata SVAN), era una piccola e veloce imbarcazione usata come mezzo d'assalto dalla Regia Marina durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Fondamentalmente si trattava di un motoscafo da 20-30 tonnellate di dislocamento (a seconda della classe), con una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da 2 siluri e alcune bombe di profondità, oltre ad una mitragliatrice o ad un cannoncino.
L'ineffabile 'Vate', Gabriele d'Annunzio, certo un estimatore dell'audacia che tali mezzi richiedevano, utilizzò la sigla MAS per il suo motto: Memento Audere Semper.
Con questa imbarcazione nella notte 10-11 febbraio 1918 D’Annunzio e pochi compagni compirono La Beffa di Buccari, cioè penetrarono nel porto della flotta da guerra austriaca di Buccari, sulla costa dalmata, per lanciarvi siluri e alcune bottiglie contenti messaggi di scherno.






Il MAS originale guidato da D'Annunzio e questo modello (che ho donato al museo della guerra) è tuttora conservato presso il Vittoriale di Gardone.
L’allestimento del Museo della Guerra, inaugurato del giugno del 2000, è stato dettato dalla volontà di valorizzare il ricco e prezioso patrimonio storico legato all’esperienza militare di Gabriele d’Annunzio, un uomo che dedicò la sua esistenza all’Italia non solo con la sua arte prodigiosa ma anche con la sua vita, mettendola costantemente a repentaglio nei cieli sul mare e sulla terra.

Il fatto che uno dei miei modelli sia conservato proprio qui, inorgoglisce anche la mia collezione.